Air Max Day: 10 curiosità sulla storia delle Air Max
Anche quest’anno, il 26 Marzo gli sneakerhead di tutto il mondo festeggiano l’Air Max Day per celebrare il primo modello nato dal genio di Tinker Hatfield nel 1987. Da allora, la...
Anche quest’anno, il 26 Marzo gli sneakerhead di tutto il mondo festeggiano l’Air Max Day per celebrare il primo modello nato dal genio di Tinker Hatfield nel 1987.
Da allora, la storia di queste scarpe ha ridefinito lo stile del active-footwear diventando un’icona delle tendenze street-fashion e del lifestyle di molte generazioni, con un’evoluzione a dir poco pazzesca. Con la progettazione delle prime Air Max 1, insieme allo sviluppo dei design futuristici e l'espansione dell’unità Air fino al concept estremo delle Air Vapormax; la storia della “Bolla” più indossata al mondo racchiude tantissime curiosità che ogni appassionato dovrebbe conoscere.
Oggi celebriamo l'anniversario della prima release raccontandovi i dettagli più interessanti.
Adv (printed) per il lancio della rivoluzionaria Nike Air Max 1
1. L’ORIGINE DELL'UNITÁ AIR
Marion Franklin Rudy, padre di Nike Air, con due prototipi dell'unità Air
Al contrario di ciò che molti potrebbero pensare, non è stata con le Air Max che nacque la tecnologia Air. Il padre di questa tecnologia infatti è Marion Franklin Rudy, ingegnere aerospaziale della NASA che nel ‘79 mette a punto per Nike il sistema di gas incapsulato in un cuscinetto di uretano, a sua volta inserito in una suola realizzata in schiuma, capace di rendere la scarpa maggiormente performante e ammortizzata. La tecnologia Air è presentata per la prima volta nello stesso anno con le Air Tailwind ed impiegata successivamente nelle Air Force e nelle Air Jordan 1, tuttavia conoscerà la fama meritata solo nell’1987, con la release delle Air Max 1.
2. MAXIMUM AIR
Due adv per il lancio della Nike Air Max 1 del 1987
Da quando inizia a lavorare al progetto di “far correre le persone sull’aria” nel 1985, David Forland - progettista dell’Air Bubble - riprende in mano i progetti di Marion F. Rudy e realizza diversi prototipi prima di arrivare alla soluzione dell’87. Inizialmente la camera d’aria non era adatta a contenere l’atmosfera ad una pressione superiore ai 15-20 bar, non sufficienti a garantire l’ammortizzazione ricercata del team di Beaverton. La soluzione arriva quando Forland riesce ad eliminare le cuciture laterali, rendendo l’Air Bubble capace di contenere il clima ad una pressione maggiore. Non a caso, il nome del primo modello in cui è impiegata questa unità prende ispirazione proprio dal concetto di “Maximum Air”.
3.DAL CENTRE POMPIDOU ALLO SPORTSWEAR
Il Centre Pompidou di Parigi, progettato da Renzo Piano e Richard Rogers
L’innovazione rivoluzionaria portata dal primo modello della famiglia Air Max deve il suo successo all’ispirazione di Tinker Hatfield avuta dopo aver visitato il Centre Pompidou di Parigi, rimase affascinato dall’architettura inside-out a struttura aperta, immaginata e progettata dall’italiano Renzo Piano. Tornato in patria, il designer ossessionato dall’idea di mostrare le unità meccaniche nascoste all’interno delle sue creazioni, decise di progettare una scarpa nella quale aprire una finestra nella midsole e rendere visibile l’ammortizzazione a cuscinetto.
Tinker Hatfield fotografato con la sua creazione, l'Air Max 1, per la campagna di lancio
4.LA PRIMA ADV CHE PARLA LA LINGUA DELLA POP CULTURE
Sta nascendo l’Air Max 1, il primo modello a sfoggiare l’Air Bubble, marchio di fabbrica facilmente riconoscibile in tutti i modelli Air Max ancora oggi. Per il lancio, Nike fa qualcosa che nessuno aveva mai fatto. Nella prima pubblicità delle Air Max oltre ad includere il tennista John McEnroe e il GOAT del basket Michael Jordan, inserisce una canzone must dei Beatles: “Revolution”.
Pubblicità per TV del 1987 di Nike Air: "Revolution"
5."UN PICCOLO CAPOLAVORO IN MOVIMENTO"
Nike Air Max 90 nella colorway OG
Passano gli anni e l’evoluzione dei modelli Air Max non si ferma.
L’unità Air Bubble si ingrandisce, offrendo maggior ammortizzazione, l’estetica fluida ed armoniosa delle Air Max 90 riscuote un successo tale da essere descritta come: “una scarpa che, anche quando ferma, rimane un piccolo capolavoro in movimento”. Nel tempo il modello è riproposto in tantissime colorway ma nessun elemento formale del design OG è mai stato modificato.
6. L'UN-CONVENTIONAL ALL'ITALIANA CHE CONQUISTÒ IL MONDO
Sergio Lozano immortalato accanto ai suoi sketches della Air Max 95
Per reagire alla supremazia della linea da basket e delle Air Jordan, il dipartimento Running della azienda di Beaverton - l’headquarter di Nike, nell’Oregon - decide di far affidamento alle idee fresche di Sergio Lozano, giovane footwear designer di casa Swoosh.
L’approccio del designer italiano per la creazione delle Nike Air Max 95 si ispira dalla terra e dall'anatomia umana ed è talmente innovativo che stravolge l’estetica dei modelli Air Max precedenti, al punto da ricevere dure critiche: la colorazione non è più nei colori classici di Nike ma in scala di grigio, seppur con dettagli fluo l’intersuola è nera, quando la tradizione la vorrebbe bianca, e soprattutto lo Swoosh diventa una piccola firma sulla porzione posteriore della tomaia. Qualcuno grida all’eresia. Ma si deve ricredere ben presto quando questo design decisamente non convenzionale inizia a ricevere grandi apprezzamenti dal pubblico che si innamora della doppia unità Air, ora posizionata anche nella porzione frontale dell’intersuola.
Adv per raccontare l'ispirazione delle Air Max 95 all'anatomia umana
Da Beaverton fino all’Europa e al Giappone, delle Air Max 95 sono state fatte più di 200 colorazioni. Tra i fan più accaniti ricordiamo il king dell’NBA LeBron James, il regista Spike Lee, i rapper Gucci Mane, The Game e 50 Cent, che ci hanno dedicato perfino un verso di “Hate It or Love It”.
The Game canta il verso: "I'll kill you if you try me for my Air Max 95's"
7. LA "SILVER BULLET", UN DESIGN FUTURISTICO AI PIEDI DEL PRESENTE
Nike Air Max 97 "Silver Bullet" - Prima edizione
Le Air Max 97, uscite un paio d’anni più tardi rispetto le precedenti, sono le prime a presentare una Air Sole completa con distribuzione air full lenght, dal tallone alla punta. Naturalmente, questo modello audace aveva bisogno di una tomaia al passo con questo livello di innovazione e l’ufficio design di Beaverton decise di ispirarsi ai treni ad alta velocità del Giappone. Così, le ‘97 prendono il soprannome di “Silver Bullet”, o semplicemente “Silver”, in relazione alla forma affusolata e dinamica della tomaia presentata nell'iconica colorazione grigia.
Adv per la riedizione della Air Max 97 del 2017
8.”LE AIR MAX ITALIANE", L'AIR MAX PIÙ AMATA DI SEMPRE (IN ITALIA)
Appena uscite, le Silver spopolano in Italia al punto di essere soprannominate le “Air Max italiane”. Per la maggior parte del mondo sono delle scarpe per il running, ma per i giovani italiani degli ultimi anni del millennio sono vero e proprio simbolo della moda del momento da sfoggiare ovunque, insieme agli outfit più cool.
Dettaglio dell'edizione realizzata in omaggio all'amore italiano dimostrato per l'OG
Questo culto si diffonde e nel 2017 le ‘97 tornano più forti che mai, declinate in nuove colorway e addirittura in edizione limitata con la bandiera italiana sulla linguetta posteriore. Inutile dire che hanno fatto impazzire ogni sneakerhead, sparendo dagli scaffali in un batter d’occhio. Tra le celebrities innamorate delle ‘97 ricordiamo Drake e Bella Hadid, che sanno rievocare alla perfezione il look nostalgic dei late ‘90s nelle loro esibizioni, insieme a Cristiano Ronaldo che ha collaborato con Nike nella creazione di una signature shoe con colorway dedicata: la spavalda Air Max 97 CR7 Gold.
Nike Air Max 97 x CR7 (2017) - La versione ad hoc per Cristiano Ronaldo
9.UN TRAMONTO IN FLORIDA
Sean McDowell racconta in un intervista la storia del design delle prime Air Max Plus
Il design delle Air Max Plus, progettate nel ‘98 da Sean McDowell, è ispirato dagli schizzi che il designer aveva realizzato mentre era in vacanza in Florida. Qui, quando ancora non lavorava per Nike, McDowell aveva catturato i colori del tramonto e la sinuosità delle palme, abbozzando delle scarpe. Così, quando gli viene affidato il progetto “Sky Air” con cui affiancare all’Air Sole la nuova tecnologia ad emisferi opposti Tuned Air o “Tn”, il collegamento al cielo della Florida è immediato. McDowell recupera gli schizzi di qualche anno prima e ne tira fuori una scarpa dall’estetica pazzesca, dotata di un esoscheletro plastico dalle linee sinuose che avvolgono il piede e che offre per la prima volta un overlay di materiali combinati.
La Nike Air Max Plus è uno dei modelli Air ad aver avuto più rivisitazioni, sia nelle colorway che nel design, come le Air Max Plus “Pumpkin” e il modello Air Max Plus III, uscito nel 2019.
Nike Air Max Plus "Pumpkin"
Un fun-fact bonus sulle Air Max Plus. Per disegnare uno degli elementi iconici della scarpa, il codolo che decora il tallone, McDowell prese ispirazione dalla coda di una balena, "la parte più iconica dell'animale". Ironico pensare a come in Italia la scarpa sia stata chiamata "Squalo". Forse per un errore di traduzione da "shank" - ovvero una parte dell'intersuola delle Plus - a "Shark".
10. LE EVOLUZIONI DELLE NIKE AIR MAX DOPO LA PLUS
L'Evoluzione delle Air Max e dell'unità Air Bubble dal 1987 al 1998
Da un lato, l’evoluzione della linea “classica” continua con l’Air Bubble sempre più visibile e preponderante nel design della scarpa. Il trend è chiaro: con le Nike Air Max 360 del 2006 l’unità Air viene resa visibile a 360° ma rimane interna alla midsole; con le Nike Air Max 270 del 2018, e le Nike Air Max 720, celebrative dell’Air Max Day 2019, la Bubble è totalmente esposta e visibile a 360°, sia orizzontalmente che verticalmente. Ma è solo nel 2021 che la Bubble fa il salto di qualità ed esce dalla suola, conquistando anche la parte laterale della tomaia con la visible Air per rivisitare in chiave moderna il DNA leggendario Nike: sono le Nike Air Max Zephir.
Nike Air Max 270
Nike Air Max 720
Nike Air Max Zephyr EOI
Parallelamente, Nike realizza il suo sogno di “far camminare le persone sull’aria” già nel 2017 e, dopo quasi 38 anni dalla prima suola Air e 7 anni di sperimentazione, per l’Air Max Day di quell’anno organizza la release delle prime Air Vapormax. Pensate per il running da Brett Holts, queste sneaker dal design sperimentale diventano icone del lifestyle. La suola è composta interamente da aria e il comfort è senza precedenti, per non parlare dello stile.
La storia Air Max in un passo
Nike Air Vapormax 2020 Flyknit
Negli anni successivi le Vapormax cambiano e si evolvono con combinazioni fantastiche di altre tecnologie all’avanguardia targate Swoosh, come il tessuto “Flyknit”, impiegato per le Nike Air Vapormax Flyknit 3 e le Nike Air Vapormax 2020 Flyknit. L’ultima step dell’evoluzione Air Vapormax arriva poco dopo con le Nike Air Vapormax EVO, che racchiudono elementi caratteristici dei modelli Air Max precedenti di maggior successo e di cui parliamo nel dettaglio in questo articolo.
Nike Air Vapormax EVO
Per concludere, non si può non parlare dell’ultima sfida che Nike ha deciso di affrontare. E guidata dal motto “Just Do It”, la compagnia dello Swoosh ha sviluppato un programma di ricerca per creare scarpe che si possano indossare in modo facile e veloce, senza dover usare le mani: il programma Flyease.
Nike Air Max 90 Flyease
Innovazione funzionale che nel 2020 ha dato vita alle Air Max 90 Flyease, in cui il tallone flessibile permette di indossare la scarpa senza mani, con un gesto naturale e intuitivo. Scopri la ultimate Flyease prevista per il 2021: la Nike Go Flyease.
Uno sketch dell'ultima frontiera, le Nike GO Flyease - To be released
Che dire, la storia delle Air Max è davvero incredibile, piena di modelli, collaborazioni, fun facts e highlights di cui si potrebbe parlare per ore.
Noi di ATIPICI non ci perdiamo un Air Max Day dal primo del 2014, per celebrare insieme a voi questa evolution of icons e per condividere la nostra passione per quello che è, a tutti gli effetti, un’icona non solo dello sportswear ma anche simbolo dello street-fashion, che ci guida da sempre.
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